Categoria: Proposte progettuali
UN LOGO PER L’AGRICOLTURA BIOLOGICA
Una proposta al “Concorso per l’ideazione di un logo identificativo delle produzioni agricole biologiche del Comune di Trento” [progetto non vincitore].
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L’agricoltura è il frutto del lavoro di una comunità insediata su un territorio che, proprio grazie al lavoro nei campi crea il proprio paesaggio. L’idea di questo logo è quella di descrivere, all’interno di un piccolo pittogramma, gli elementi che vanno a costituire il paesaggio della conca della città di Trento, uno spazio particolare della Valle dell’Adige. Il tutto racchiuso nella forma evocativa della “foglia”: un simbolo oramai divenuto emblema dell’agricoltura biologica, al quale non si è voluto rinunciare.
Gli elementi della proposta:
- Il segno del fiume Adige: è vero elemento paesaggistico che ha portato alla nascita della città ma soprattutto elemento di vita che con la sua acqua fresca, da millenni, feconda le terre coltivate attorno al capoluogo;
- Il profilo della morfologia: nel logo vengono indicati i tre colli che, secondo la tradizione, hanno dato il nome alla città di Trento (“Montes argentum mihi dant nomenque Tridentum”, come si legge ancora su un palazzo municipale in via Belenzani);
- Le trame agricole: è il segno paesaggistico per antonomasia: il disegno dei campi che, assieme, origina il paesaggio e consente la vita della comunità locale. È il luogo dell’agricoltura bio, lo spazio che genera i prodotti della terra.
Nella proposta, si è scelto infine di esplicitare le peculiarità del prodotto con la scritta: «Prodotto biologico, cresciuto a Trento”.
IL BOSCO DELLE CRISALIDI – CONCORSO SUL TEMA DELLA “RESILIENZA” NEL PARCO DELLE TERME DI LEVICO
IL BOSCO DELLE CRISALIDI
Il tema oggetto di questo concorso di idee – ovvero quello della resilienza – appare di grande attualità. Non solo come conseguenza al «ventomoto» Vaia che ha colpito lo storico Parco di Levico nello scorso autunno, ma come vera e propria riflessione nel senso della presenza umana sul pianeta Terra. L’inaudita ferocia con la quale gli elementi naturali hanno colpito gli alberi secolari del giardino-parco della città della Valsugana può diventare il pretesto per riflettere sui concetti di vita, morte, rinascita. In questa prospettiva, la metafora più efficace per trasmettere un messaggio è parsa quella della «crisalide».
La crisalide, ovvero lo stadio che si manifesta nel corso dello sviluppo postembrionale di alcune specie di insetti e che precede lo stadio di adulto, rende bene il concetto di rinascita evocato dal bando di concorso. Il Parco di Levico si trova improvvisamente regredito ad uno stadio «postembrionale» e deve ora tornare ad essere adulto e secolare. Per questo ha bisogno di nuova vita, di nuove energie, di nuova linfa. In poche parole, di una nuova metamorfosi.
Nell’installazione, le ceppaie schiantate a causa dell’uragano, debitamente ripulite e fresate nel fusto per permettere un contatto diretto con la terra, verranno utilizzate come delle crisalidi di legno per proteggere le nuove piante d’alto fusto messe a dimora nell’area. Come spettrali sarcofaghi, le ceppaie da una parte ricorderanno ai fruitori del Parco la violenza di Vaia, dall’altra costudiranno la rinascita della nuova vita delle piante novelle. Il tempo, grande protagonista dell’installazione, muterà costantemente l’opera. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, le ceppaie marciranno e ritorneranno alla natura, lasciando spazio alle nuove piante d’alto fusto oramai diventate adulte.
L’installazione è pensata, allora, come un vero e proprio «bosco delle crisalidi», immaginato nell’area attualmente più vuota e anonima (poiché recente) del parco, ovvero quella accanto alla chiesetta della Madonna del Pézo (area 3). L’opera fungerà da ingresso del Parco e potrà essere un messaggio per tutti i visitatori del Parco ricordando, da una parte la fragilità delle opere umane al cospetto della natura, dall’altra la tracotanza sempre presente nel fare umano che costantemente, fino alla fine dei giorni, lavorerà con tenacia e abnegazione nella costruzione del paesaggio umano sulla terra. Evocando, in questo caso, un cambio di direzione, un inedito patto con la natura, fondato su una convivenza consapevole e rispettosa e capace di promuovere una nuova vivibilità.
dott. arch. Alessandro Franceschini (capogruppo)
dott. arch. Gianluca Nicolini
Collaboratori
dott. arch. Giulia Fontanari
Giulia Segata